I
perché del convegno
Con l’organizzazione e la promozione del presente convegno,
StarNetwork mira ad approcciare il fenomeno di Internet e
delle nuove tecnologie in un'ottica diversa rispetto al passato,
scevra da qualunque tecnicismo e/o pregiudizio. Il tentativo,
sicuramente ambizioso, della manifestazione è quello
di portare alla ribalta l'animo dei protagonisti del tumultuoso
sconvolgimento dei modi di vita e di lavoro delle società
avanzate.
Il titolo Software, Internet e Globalizzazione, con la domanda
- Circolo vizioso o circolo virtuoso? - vuole mettere in luce
quello che realmente si è verificato, vale a dire lo
sviluppo del software, attraverso cui si è determinata
una forte penetrazione sia dell'automazione che di Internet,
nella vita di tutti. La combinazione di entrambi questi elementi
ha reso possibile il fenomeno noto come globalizzazione, ovvero
il superamento delle barriere nazionali, ma soprattutto la
perdita di importanza degli intermediari ed un rapporto sempre
più diretto tra imprese ed individui.
Si va verso la realtà profetizzata da George Orwell,
ne “Il Grande Fratello”, oppure stiamo accedendo
ad un mondo in cui l’uomo, attraverso nuove e più
avanzate tecnologie, è in grado di garantire una maggiore
prosperità a livello mondiale? Per dare una risposta
a questo quesito, e per proporre dei correttivi ai fenomeni
sui cui si impernia il convegno, si è cercato di favorire
un incontro-scontro-confronto fra persone che, a vari livelli,
hanno operato ed operano nello specifico, spinti anche da
una forte motivazione ideale.
StarNetwork si propone inoltre di approfondire ciò
che, allo stato, rappresenta la vera spaccatura del ventunesimo
secolo, ovvero il confronto tra l’ideale di proprietà
in generale e di quello intellettuale in particolare, di cui
le Major e i responsabili della sicurezza sono le massime
espressioni, contrapposto all’ideale della condivisione
in generale e della conoscenza in particolare, che trovano
in Internet l’esempio più emblematico e nei programmatori
del software libero, e negli hackers i principali interpreti.
La necessità di condividere la conoscenza e la legittima
aspirazione al guadagno sono esigenze inconciliabili? È
inevitabile che l’esigenza della sicurezza debba implicare
la perdita di molte libertà? È meglio tenere
nascosti i difetti dei software (come vorrebbero le case produttrici),
o invece dar loro la massima pubblicità (secondo le
richieste dei sostenitori del software libero)? Esiste una
via di mezzo percorribile? A questi interrogativi cercheranno
di rispondere i nostri ospiti negli appuntamenti di venerdì
24 e sabato 25 gennaio. Negli incontri di domenica 26 gennaio,
si affronterà il problema della diffusione di Internet,
considerando che il digital divide, sta oramai caratterizzando,
non più il divario Nord-Sud, bensì quello centro-periferia.
Gli incontri pomeridiani di domenica vedranno coinvolti gli
esponenti della classe politica italiana che potranno fornire
delle indicazioni sul modo di interpretare questa fase di
transizione tra vecchio e nuovo, nonché su come pensano
sia possibile traghettare (o fermare, se ritenuta la soluzione
più valida) la società italiana verso un totale
riassetto organizzativo, vincendo il comprensibile sgomento
di chi vede cambiare in modo radicale il proprio modus vivendi
e, non riuscendo ad adattarsi, reagisce demonizzando il computer
o Internet tout court. |